© 2009-2021 Centro Studi sulla Cooperazione «A. Cammarata» • Tutti i diritti riservati
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Alessia Terminio
Incontrarsi nella lingua dell’altro
Percorsi nella letteratura della migrazione in Italia
n un Paese come l’Italia, territorio in cui l’immigrazione è divenuta un fenomeno piuttosto diffuso che genera spesso ostilità e rifiuto, la letteratura della migrazione sembra poter rappresentare la via privilegiata per incontrare l’altro; un incontro tra scrittore e lettore e quindi tra soggetti che, seppur diversi, interagiscono a partire da un codice linguistico condiviso. Con l’intento di sostenere tale tesi, viene qui proposto il percorso intrapreso da uno dei primi scrittori migranti presenti nel territorio italiano: Pap Khouma, che decide di aprirsi all’alterità scrivendo nella lingua dell’altro. Mediante una riflessione linguistica su due suoi scritti è stato possibile rintracciare un’evoluzione esistentiva che procedeva di pari passo con quella letteraria, ponendosi in tal modo alla stregua di altre voci migranti, come nel caso di Tahar Ben Jelloun. Un confronto quello fra i due scrittori che, al di là delle differenze, inevitabili in quanto espressione di unicità, mette in luce delle analogie di fondo: paura e rifiuto dell’altro, dialogo e riconoscimento reciproco sono infatti aspetti peculiari, più o meno manifesti, del cammino che ciascun individuo intraprende. In tale prospettiva la migrazione, proprio perché implica non solo uno spostamento fisico da un luogo ad un altro, ma innanzitutto un cammino interiore, mette a nudo, talvolta bruscamente, la natura itinerante dell’uomo. D’altra parte, tale spostamento, fonte di disagio, comporta un movimento dinamico dal sé verso l’altro già a partire dalla lingua che difatti, pur essendo la lingua dell’altro, rimane tuttavia il luogo in cui poter accogliere l’alterità che ci abita e di cui lo straniero si fa testimone.
I
Casa Editrice: Lussografica
Anno Pubblicazione: 2009
Formato: mm 130 x 210
Pagine: 80
ISBN: 978-88-8243-210-2