© 2009-2021 Centro Studi sulla Cooperazione «A. Cammarata» • Tutti i diritti riservati
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Franco Nicastro
L’USCS in fumo
La fine del milazzismo e dei suoi derivati
ell’ottobre del 1958 la Sicilia diventa, come altre volte durante la sua storia repubblicana, un laboratorio politico, entro cui – con coraggio miscelato a spregiudicatezza – si sperimentano confuse coalizioni e intricate alchimie partitiche. Silvio Milazzo e una pattuglia di deputati regionali della Dc, tra cui spiccano Francesco Pignatone e Ludovico Corrao, si ribellano al loro partito d’appartenenza e – costituendo un nuovo partito: l’Unione siciliana cristiano sociale – formano un governo, d’impronta sicilianistica, cui partecipano socialisti, monarchici e neofascisti, con il sostegno esterno dei comunisti. L’inedita coalizione suscita grande eco. Ma anche riserve, persino oltre i confini del Paese, a causa degli allarmi destati in seno all’Alleanza atlantica da alcune spericolate iniziative ammiccanti verso il regime sovietico. Il governo guidato da Milazzo resiste solo fino al febbraio 1960 e il milazzismo – che non s’è rivelato un amalgama politico abbastanza coeso – si deteriora ben presto, disarticolandosi rovinosamente in altre più esigue formazioni partitiche, l’una contro l’altra armata.
Casa Editrice: Sciascia
Anno Pubblicazione: 2014
Formato: mm 130 x 200
Pagine: 176
ISBN: 978-88-8241-435-1
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