© 2009-2021 Centro Studi sulla Cooperazione «A. Cammarata» • Tutti i diritti riservati
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Domenico Benedetto Gravina
Il Duomo di Monreale
illustrato e riportato in tavole cromolitografiche
uesto volume ripropone le novanta tavole su cui l’abate Domenico Benedetto Gravina – facendosi coadiuvare da un gruppo di giovani disegnatori –, riprodusse, con rigorosa acribia “filologica” e con acuta competenza storico-artistica, l’intero complesso musivo del duomo normanno, dando così corso a una monumentale fatica editoriale compiuta nel decennio 1859-1869 e data alle stampe in due grandi tomi – uno contenente le tavole, l’altro contenente un lungo e particolareggiato commento storico-teologico sull’architettura e sui mosaici della basilica cattedrale – presso lo stabilimento tipografico palermitano di Francesco Lao, in collaborazione con la litografia Richter di Napoli, da dove vennero a Palermo, per lavorare insieme allo studioso benedettino, due importanti e competenti incisori: Konrad Grob e Georg Frauenfelder. Quest’ultimo impiantò a Palermo una sua litografia per portare a termine l’opera curata dal Gravina, firmando difatti la stampa di quasi tutte le tavole cromolitografiche di cui l’opera consta.
È chiaro che la leggibilità “scientifica” dei quadroni, “miniaturizzati” nelle tavole del Gravina, diminuisce notevolmente, in quanto inevitabilmente i particolari vengono sacrificati. Ragion per cui, guardando le tavole cromolitografiche, non si possono sviluppare riflessioni analoghe a quelle che gli studiosi contemporanei hanno potuto argomentare nelle introduzioni ai libri fotografici sui mosaici monrealesi pubblicati dalla seconda metà del Nocevento in poi, riguardo, per esempio, alla datazione del complesso musivo, alla sua cangiante manifattura, ai suoi vari autori e ai diversi gruppi di artisti che pur utilizzando differenti idiomi stilistici operarono comunque simultaneamente nella decorazione della basilica, realizzata ad opera di artisti provenienti dalla Grecia, ma anche di maestranze siciliane e italiche oltre che arabe, fra il 1180 o poco prima e il 1190 o poco dopo, sotto il governo del re normanno Guglielmo II.
Di fatto le differenze stilistiche e le peculiarità “pittoriche” dei mosaici si appiattiscono e perciò si perdono di vista nella loro riproduzione e riduzione cromolitografica. Che, per come è realizzata dal Gravina, appare fedele non tanto alla fattura di ciascun singolo quadrone musivo, quanto alla disposizione e alla veduta generale dei cicli raffigurati dentro il duomo: i mosaici sono cioè ricopiati nelle tavole minuziosamente – quasi come in miniatura – secondo una criteriologia espositiva diacronica e sincronica insieme, dato che essi sono riportati sulla carta secondo la progressione cronologica dei racconti biblici per facilitarne la comprensione a chi tiene aperto davanti a sé il libro, ma anche secondo i loro reali tagli geometrici – riprodotti in scala – allo scopo di salvaguardare la coerenza che nel monumento monrealese c’è tra architettura e decorazione.
L’effetto che ne sortisce è, comunque, quello di una rigorosa fedeltà ai mosaici originali, supportata persino da qualche tocco di realismo “fotografico”, come le ombre accennate nel disegno di quelle zone del duomo che si trovano maggiormente esposte al variare della luce, in prossimità delle finestre. L’oro usato per la bronzatura delle tavole permette al lettore del libro di sperimentare la medesima meraviglia che prova chi entra nella basilica cattedrale: il fascio di luce che brilla attraverso le navate e lungo le pareti interamente coperte dai mosaici, realizzati tutti su fondo d’oro, riverbera anche sulla carta, pagina dopo pagina, incoraggiando la stessa attitudine contemplativa che il visitatore e l’orante sviluppano, per un verso o per un altro, stando e muovendosi tra gli spazi indorati del duomo monrealese.
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Casa Editrice: Lussografica
Anno Pubblicazione: 2007
Formato: mm 320 x 420
Pagine: 208
ISBN: 978-88-8243-176-1
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«Scrinia»
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