L’«alta fantasia» è la teologia poetica di Dante, la cifra della sua eccellenza rispetto alla Scolastica medievale, la “terza teologia” tra platonismo monastico e aristotelismo universitario. Una teologia laica, trasversale alle diverse correnti dell’epoca. Soprattutto, è l’inversione di tendenza rispetto al pregiudizio degli accademici del Medioevo più maturo, per i quali la verità è difficile molto più che bella, ragion per cui la poesia non sarebbe all’altezza di occuparsene. L’alta fantasia è, in tal senso, l’estremo tentativo di evitare il divorzio tra ragione e fede, tra mente e cuore, tra verità e bellezza, fra teologia e messaggio biblico.
«L’autore condensa un lievitare di pensiero originale, portando il discorso dell’
Itinerarium mentis in Deum a sviluppi nuovi nel contesto storico-esegetico della
Divina Commedia» (Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri).